Arriva “quel” momento, già verso la fine di giugno, in cui nelle aziende inizia a circolare un’aria diversa: le scrivanie si svuotano (virtuali o fisiche che siano); le agende a tratti si alleggeriscono e a tratti diventano fin troppo ricche di appunti; le riunioni e le call improvvisamente si fanno più brevi o saltano del tutto al motto di “Ne riparliamo a settembre”. È il segnale che le ferie estive sono vicine e, con loro, l’occasione per riscoprire un concetto tanto importante quanto spesso trascurato: il work-life balance.
Solitamente con questa espressione si parla di equilibrio tra vita privata e lavorativa in senso generico ma oggi vorremmo circostanziare il concetto a quel tipo di equilibrio che dobbiamo saper costruire proprio durante le vacanze, quando apparentemente il lavoro dovrebbe già essere in pausa.
Eh già, “dovrebbe”: il condizionale è d’obbligo, perché sappiamo bene che per molti professionisti la distinzione netta tra “tempo di lavoro” e “tempo di vita” non è così semplice. E allora, come fare a staccare davvero? Come possiamo concederci quel tempo di rigenerazione che mente e corpo meritano dopo mesi di riunioni, deadline, urgenze e notifiche continue?
Proviamo a rispondere a questa domanda partendo da un concetto chiave, che sarà il nostro mantra: rigenerarsi, ricaricarsi.
5 tips possibili: perché staccare è necessario, non solo piacevole
Quante volte, chiacchierando con colleghi o clienti su progetti di vacanza tra luglio e agosto, sentiamo (o pronunciamo) le stesse frasi?
“Non riesco a non controllare la mail…”
“Mi basta mezz’oretta al giorno, poi sto tranquillo…”
“Tanto se non lo faccio io, poi al rientro sarà il caos.”
La verità è che dire di voler staccare di per sé non serve a nulla: sappiamo tutti che dovremmo farlo ma riuscirci davvero è tutta un’altra storia. Non tanto per cattiva volontà, quanto perché per molti la connessione al lavoro è diventata uno schema mentale automatico, una forma di rassicurazione, quasi una dipendenza da controllo.
Molte persone non riescono a staccare perché sono, per natura o per esperienza, apprensive, molto coinvolte, iper-responsabili, iper-vigilanti.
Questo atteggiamento, che durante l’anno per certi versi potrebbe essere una risorsa, in ferie si trasforma in un ostacolo: invece di godere del tempo libero, si resta collegati mentalmente al lavoro e questo non permette al cervello (né al corpo) di ricaricarsi davvero.
Ecco perché è fondamentale trovare un metodo su misura per sé, qualcosa di praticabile e realistico, che tenga conto delle proprie abitudini, del ruolo che si ricopre e anche delle proprie fragilità caratteriali e personali. Insomma: ognuno deve imparare a costruirsi un equilibrio sostenibile.
Vediamo insieme 5 strategie pratiche, che possono aiutare a proteggere il nostro tempo di pausa, così da farlo diventare un vero momento di benessere.
1) Disinstallare app e silenziare le notifiche
Iniziamo con un gesto semplice, simbolico e potente: fare pulizia digitale. Sì, proprio come si fa con l’armadio quando inizia la bella stagione.
Se hai app lavorative sul tuo telefono personale (Teams, Outlook, Slack, CRM vari), valuta seriamente di disinstallarle temporaneamente. Se non puoi o non sei pronto a farlo, in alternativa disattiva le notifiche. In questo modo, sarai tu a decidere quando entrare nel mondo del lavoro e non il contrario.
Il rumore digitale, infatti, anche solo sotto forma di badge o notifiche silenziose, attiva il cervello, lo tiene vigile, in uno stato di perenne “allerta informativa”: questo non è vero riposo.
Liberarsi da questa iperstimolazione è il primo passo per riconquistare spazi di pensiero più lenti, profondi, rigeneranti.
2) Stabilire un timing “protetto”
Per alcuni è impensabile non controllare mai le mail durante le ferie, per motivi di ruolo oppure per ansia personale. In questi casi, l’equilibrio passerà dalla regolazione consapevole, non dall’evitamento totale.
Un buon compromesso può essere quello di stabilire due pomeriggi a settimana in cui controllare la posta, ad esempio il martedì e il venerdì, magari tra le 16 e le 17.30. Tutti gli altri giorni, niente: nessun controllo sporadico “solo per vedere”. Nessuna eccezione.
Questo piccolo contenitore temporale permette di rassicurare la mente ansiosa, senza trasformare le vacanze in un telelavoro camuffato.
Importante: comunica questa scelta a chi ti è vicino, in ambito personale e in ambito lavorativo: sarà più facile far capire che non si tratta di un “capriccio” o di una presa di posizione ma di una gestione sana della reperibilità.
3) Controllare sì ma niente risposte approfondite
Un altro stratagemma utile è dare un peso diverso alle informazioni: se proprio senti il bisogno di leggere le mail quotidianamente, puoi decidere di farlo ma con un atteggiamento selettivo.
Cosa significa? Leggi, eventualmente archivia o prendi nota mentalmente ma non rispondere come se fossi in ufficio. Evita di scrivere lunghi messaggi articolati, di attivare catene di comunicazione o di cercare soluzioni complesse.
Se puoi, evita del tutto di rispondere: se la questione non è urgente, rimanda a dopo le ferie. Questo atteggiamento protegge la qualità della tua attenzione: leggere con leggerezza è diverso dall’entrare nella modalità “problem solving”, che sappiamo bene essere quella più energivora per la mente.
4) Se hai un telefono aziendale, spegnilo
Il telefono aziendale è spesso il simbolo fisico del lavoro: sta lì con te, nella borsa o sul comodino, e anche se non lo usi è una presenza ingombrante.
La cosa più sana in ferie? Spegnerlo del tutto.
Se questo non è possibile, si può optare per un compromesso: tenerlo acceso solo in una fascia oraria definita, ad esempio ogni mattina dalle 9 alle 10 e poi di nuovo off per il resto della giornata. Questo dà un segnale chiaro anche al corpo: “ora lavoro, ora no”.
E soprattutto: lascia il telefono aziendale fuori dalla camera da letto. Dormire accanto a uno strumento che potrebbe attivarti in qualsiasi momento è la ricetta perfetta per un sonno disturbato e per sogni a tema Excel.
5) Fai quello che ti ricarica davvero, senza sensi di colpa
Sembrerà banale ma è il punto più importante: in ferie bisogna fare ciò che piace davvero, ciò che ricarica.
Non esiste un’unica formula valida per tutti: c’è chi trova la pace camminando in montagna e chi preferisce oziare in spiaggia con un libro. C’è chi ha bisogno di muoversi, chi di dormire, chi di non fare assolutamente nulla.
Il lavoro mentale da fare qui è non giudicarsi.
Se tutto l’anno hai sacrificato le tue passioni o i tuoi bisogni (come leggere, cucinare, andare al cinema, svegliarti tardi, scrivere… o semplicemente non fare nulla!), le ferie sono il momento perfetto per ritrovare il contatto con quella parte di te che ha bisogno di esprimersi.
Permettiti di essere concentrato su di te, di ascoltarti: per esempio, se per te il vero relax è dormire fino alle 12 e mangiare gelato a merenda sul divano ogni giorno, va bene così. Se hai voglia di recuperare tutte le mostre e gli eventi culturali che ti sei perso durante l’anno, senza guardare l’orologio, approfittane: le ferie servono anche a nutrire la mente e la curiosità.
La vacanza è tua; la rigenerazione è personale.
Ferie: atto di cura verso di sé e verso il lavoro
Prendersi una pausa non è solo una gentilezza verso sé stessi: è anche un atto di responsabilità professionale. Un lavoratore stanco, logorato o distratto dal burnout latente non è un lavoratore efficace.
Rigenerarsi durante l’estate significa prepararsi a ripartire con lucidità e slancio a settembre, senza trascinarsi come zombie professionali in un infinito lunedì mattina.
Quindi: concediti il lusso di staccare, davvero. E questo non perché il lavoro non sia importante ma proprio perché lo è e perché merita la tua versione migliore, non quella esaurita.
L’augurio quindi è di fare buone ferie, che siano proprio come ne hai bisogno: rigeneranti, leggere, liberatorie e un po’ disconnesse.
Fatte di quello che ami, lontane dalle notifiche, vicine a ciò che ti fa stare bene.
E quando tornerai, il lavoro sarà ancora lì ma tu, molto probabilmente, sarai diverso: con più freschezza, più lucidità, più centratura personale… Più te!
Nel frattempo buone vacanze, quando arriveranno!
Ci si rivede a settembre… con batterie cariche e idee nuove.