Conosci il potere e i benefici di un Peer-to-Peer Coaching (PTP Coaching) come leva strategica per migliorare le performance di un gruppo di lavoro? In un contesto lavorativo il Peer-to-Peer Coaching (tradotto in italiano “Coaching tra pari”) si riferisce ad una tipologia di apprendimento in cui tra colleghi, da pari a pari, si condividono conoscenze e competenze ai fini di migliorare la performance, raggiungere gli obiettivi e risolvere problemi complessi che quotidianamente ci si trova ad affrontare in azienda.
Si tratta di un Coaching di tipo “orizzontale” in cu a ciascuno è chiesto di impegnarsi con coerenza ed efficacia per “allenarsi” con gli altri. A differenza del coaching tradizionale o del mentoring non c’è un “esperto” a fare da guida, ma c’è invece uno scambio reciproco basato sulle esperienze individuali che consente a tutti di partecipare senza vincoli di gerarchia. Nessuno, infatti, ha supervisione o autorità sugli altri. Ognuno può condividere idee, intuizioni, conoscenze e feedback.
Attraverso questo scambio, è possibile individuare dei processi migliorativi rispetto a quelli già in uso che possono aumentare la performance aziendale.
Ogni percorso di PTP Coaching varia ovviamente in base ai bisogni specifici di un determinato contesto.
In generale però possiamo individuare alcuni elementi comuni:
- si lavora insieme per trovare soluzioni;
- le sessioni si svolgono in un clima informale;
- le sessioni possono essere sia one to one che di gruppo.
I benefici del Peer-to-peer Coaching
Con il Peer-to-peer la formazione e lo sviluppo si integrano nel lavoro quotidiano del team. L’apprendimento continuo diventa parte della cultura aziendale, non solo un obbligo formativo da adempiere di tanto in tanto. Il PTP Coaching può essere quindi un potente strumento per aumentare la performance lavorativa e la produttività individuale e di gruppo. Uno dei principali benefici è di migliorare la comunicazione e la collaborazione all’interno di un team. In questo modo è possibile avere uno scambio continuo di conoscenze e feedback sugli argomenti trattati, favorendo l’instaurarsi di un clima di fiducia e senso di appartenenza al team. Condividere e ragionare insieme a qualcuno nella gestione di una specifica criticità infonde sicurezza e stimola la voglia di accrescere le proprie competenze. Ognuno sa di poter dare e ricevere il suo contributo senza timore del giudizio e questo permette di sviluppare nei singoli una maggiore accountability nella gestione delle proprie attività. Inoltre, imparando attraverso prospettive ed esperienze diverse, si incoraggia anche l’inclusività e la diversità. In sintesi, i vantaggi del PTP Coaching:- facilita la condivisione di conoscenze e best practice;
- fornisce feedback in tempo reale sulle pratiche e sui flussi di lavoro;
- migliora la collaborazione e la comunicazione tra i team;
- aumenta l’engagement e la soddisfazione sul lavoro;
- incoraggia lo sviluppo di nuove abilità e competenze;
- favorisce l’interdipendenza tra le risorse e la cooperazione interfunzionale.
I rischi del Peer-to-peer Coaching
In un apprendimento di tipo orizzontale come questo, uno dei rischi in cui è facile incorrere è di creare confusione sui ruoli generando rivalità, competizione e resistenze. Un giovane potrebbe prenderlo come momento di rivalsa rispetto ad un senior, si potrebbe cadere nel pregiudizio o nel favoritismo a causa di conflitti personali o professionali, o anche manifestare resistenza nel timore di essere giudicati. Per evitare ciò, è necessario seguire delle linee guida fondamentali per un Peer-to-peer Coaching di successo:- definire lo scopo e comunicarlo in modo chiaro a tutti i membri del team;
- inquadrarlo sempre come un’opportunità di sviluppo e crescita;
- fornire gli strumenti e le risorse necessarie alla riuscita del percorso;
- chiarire sin da subito che non si tratta di un’attività valutativa e stabilire un clima di fiducia, rispetto e apertura;
- promuovere l’importanza del contributo di ognuno dei coinvolti;
- monitorare i progressi in corso d’opera;
- evitare di avere manager negli stessi gruppi dei loro subordinati diretti per non creare eventuali situazioni di disagio;
- scegliere un moderatore interno o esterno per facilitare le sessioni;